lunedì 1 ottobre 2012

Bilancio personale sulla stagione remiera 2012


Da dopo gli strascichi della regata di Burano 2011 ho preferito osservare i fatti remieri del 2012 senza intervenire d’istinto su temi obsoleti e già ampiamente analizzati e discussi. Saltuariamente ho commentato qualche post del solito blog Remiera Casteo ma nulla più.
Ora, a stagione terminata, posso finalmente esprimere il mio pensiero su ciò che ho visto durante l’anno.
Il primo giudizio sommario, sull’intera stagione, mi vede soddisfatto e considero quella trascorsa una stagione finalmente buona, almeno da osservatore esterno.

Sistema a punti
Il sistema delle eliminatorie a punti e con batterie automatiche a me piace molto e se fossi io a scegliere come far partire gli equipaggi farei come si è fatto l’anno scorso, ovvero che il più forte parte per primo, così da evitare possibili accavallamenti. Qualche super testa di serie si lamenta della mancanza dell’effetto “lepre” ma io penso che se una persona è forte fisicamente, non ha problemi ad arrivare primo comunque. In fondo la mancanza di un avversario da seguire (o raggiungere) è solo un handicap psicologico: l’allenamento deve servire a far a meno anche di questo aiuto.
Qualche dubbio forse potrebbe essere sul come viene stilata la graduatoria che genera poi le batterie stesse anche se non è facile tradurre tutto in numeri. Trovo che nonostante qualche piccolo sfasamento dei valori reali in campo non ci sono mai state eliminatorie così azzeccate come in queste due stagioni con il sistema a punti. Ricordo ovviamente che questo è un giudizio complessivo che non tiene conto di alcune imperfezioni del sistema. E come sempre c’è sempre qualcuno a cui non va bene nulla. Questo però è forse finora l’unico aspetto che fa avvicinare la voga ad uno sport anche da un punto di vista delle regole.

Regate
Le regate del 2012 non hanno avuto grandi strascichi polemici salvo un’eccezione particolare, di cui parlerò nel capoverso successivo. Mediamente le regate sono filate via lisce. Nulla di strano se si parla di regate femminili , o dei giovanissimi, o di serie B, ma quest’anno sono state “tranquille” anche altre di serie A. Questo fatto però dovuto principalmente al fatto che è mancata per buona parte della stagione una delle coppie di riferimento per la fascia dei regatanti cosidetti “campioni”.

Polemiche
L’evento più polemico dell’anno è stato il fatto accaduto al gondolino Canarin durante la regata Storica, quando la giuria, tagliandogli la strada, l’ha mandato fuori gara. Polemiche a non finire, giustamente, pensavo. A Natale ci staremo chiedendo chi, perché, per come… Ed invece ecco che non se ne parla più a un mese dal fatto. Questo tutto sommato lo reputo un fatto positivo. Il fatto negativo di riferimento sono le polemiche successive alla regata di Burano della stagione scorsa che sono continuate inutilmente e con toni accesi per troppo tempo.
L’altro fatto fonte di polemiche è la continua rivalità tra le 2 coppie più forti attuali della voga veneziana. Questa rivalità porta, ora gli uni, ora gli altri a cercare sempre il limite del contatto e andare anche oltre. Ora non commenterò le due ultime regate del 2012 perché non ne vale la pena ma farò un ragionamento. Ho osservato una sera, in replica da chissà quando, una gara marathon di canoa, dove i concorrenti gareggiano in flotta. Ebbene, nonostante la vicinanza nessun equipaggio danneggia l’avversario, né chiudendolo sulle rive del canale, né constringendolo a zigzagare, né andando ad ostacolare in nessun modo la vogata. Dunque vogare in modo agonistico ma senza interferire sull’avversario è dunque possibile ma qui a Venezia sembra sia solo utopia.

Premi
Altra nota dolente. La soluzione è semplice. Non essendo uno sport eliminerei qualsiasi premio. Non è che la voga ti cambia la vita come poteva accadere una volta, quindi le risorse vengono spese da ognuno a proprio piacimento e per pura passione, come per chi decide di andare in vacanza, in montagna etc. etc.

Altre regate
Sulla questione “regate sociali”, “intersociali” o comunque regate minori il mio pensiero non cambia. La maggior parte degli eventi che si organizzano è inutile. Anzi, ormai la tendenza per le varie società è quella di far fatica a trovare vogatori per tutte queste regate.
Questo fatto me lo spiego in modo ambivalente: da un lato ci sono troppe regate e i vogatori sono sempre gli stessi, per cui spesso ci sono eventi che si sormontano oppure i vogatori decidono di dare più importanza a una regata piuttosto che ad un’altra. L’altro aspetto è che forse sta cambiando i modo di partecipare alla vita sociale delle società sportive. Chi si iscrive la considera più una palestra che una “famiglia” e quindi è contento di andare a farsi una vogata in laguna ma non vuole impegnarsi in nessun altro modo. E in fondo questo comportamento lo comprendo. Non comprendo invece la necessità continua di organizzare regate, anche se poi non vi è partecipazione.

FICSF – Altro
E veniamo alla vera nota dolente, per me.
Quest’anno non ho avuto il tempo che speravo di dedicare al progetto Voga in Piedi all’interno della “mia” società e ho potuto verificare ciò che pensavo: nonostante un interesse esistente se non c’è qualcuno a fare da traino tutto si ferma. Faccio i miei complimenti alla famiglia Almansi che è riuscita a partecipare ad alcune gare di Vip750. Vorrei anche ricordare il lavoro di Alberto Tagliapietra (Meolo) che si è dato da fare moltissimo per portare una gara in ambito veneziano anche quest’anno e che continua a impegnarsi in questo progetto. Un po’ lo invidio!
Per quanto riguarda il Coordinamento non ho niente da dire, anche perché quest’anno non ci sono stati episodi significativi in merito, anzi, forse ho notate una leggera flessione nell’attività promozionale. Devo dire che comunque potrebbe essere solo una mia impressione.
Infine noto che ci sono persone (non faccio nomi ma i diretti interessati lo capiranno) che lavorano per crearsi la propria bolla di esistenza nonostante ci siano progetti validi in corso e progetti mai partiti che potrebbero essere sviluppati. Mi sto riferendo ad un corso per istruttori di voga veneta, in qualche modo riconosciuto dal Coni (da come ho capito) ma che non ha a che fare né con la FICSF, né con il Coordinamento.

Tifo
Anche in questo caso invece non è cambiato nulla e non si vuol fare niente perché questo cambi. Anche le regate di quest’anno sono state imperversate dalle onde dei sostenitori che seguono i propri beniami. A SS. Giovanni e Paolo, ero a terra, la prima barca al seguito ha tagliato il traguardo (fuori dal campo di regata, sopra secca, ma a finaco del canale) una decina di metri del primo arrivato. E’ giusto comportarsi così? Ovviamente no. Io proporrei un sistema di accredito stile America’s Cup WS m ovviamente a nessuno interessa.