domenica 14 novembre 2010

Regate, la storia e uno sguardo al futuro

Porzione di immagine tratta da una riproduzione dalla veduta a volo d'uccello di Jacopo De Barbari

Per un quadro più completo e meno parziale di quanto sto per dire, vi suggerisco il libro “Regate e regatanti – Storia e storie della voga a Venezia”, Giorgio e Maurizio Crovato, Marsilio, 2004.
L’aspetto della sfida, del voler primeggiare è una caratteristica umana e, pensando alle origini della voga, è pensabile che anche in modo non convenzionato e fuori da ogni schema vi siano state sfide in barca fin dalle origini.
Vorrei non dilungarmi sull’origine delle regate, anche se vi sono molte testimonianze a riguardo, per esempio vedi l’immagine tratta dalla pianta di Jacopo De Barbari del 1500. Vorrei più che altro trasmettere un concetto di fondo che ha sempre accompagnato il senso di regata fino ai giorni nostri.
Le regate, senza una menzione ufficiale per quanto riguarda il passato, sono da sempre state collegate al concetto di festa. Nel concetto un po’ più moderno di regata, i partecipanti rappresentavano una parte di Venezia, un sestiere, un isola. Il tifo era molto più locale di quello che è ai giorni nostri. Era tutto vissuto in modo più vicino alle persone e proprio per questo il clima che si respirava attorno alle gare non è sempre stato sereno. Sono noti infatti, nella storia delle regate, molti episodi violenti e poco sportivi legati allo svolgimento delle gare stesse.
A cavallo fra il XIX sec. e il XX sec. le regate hanno subito dei cambiamenti ma è col secondo dopoguerra che inizia l’avvicinamento al regime attuale. L’avvento dei motori, l’introduzione delle eliminatorie per determinare il ruolo di gara, una trasformazione sociale che porta l’abbandono di molte attività legate al settore primario, la nascita delle “remiere” portano le regate ad avere una organizzazione più simile ad uno sport vero e proprio. I regatanti non sono più legati al territorio, o sono legati ma in modo molto meno forte di un tempo. Casomai dovrebbero essere molto più legati alle società di voga ma mancando una normativa Comunale a tutela dello stretto rapporto che dovrebbe esistere tra regatante e società sportiva, che dovrebbe vincolare strettamente l’atleta ad una sola società con diritti e doveri ben definiti, il regatante alla fine voga per se stesso e certamente non si fa carico (salvo rarissimi casi) di vogare per rappresentare la propria società.
Nella mia idea di regata attuale dovrebbe essere che, quando un equipaggio vince la storica o un’altra regata, passi in secondo piano l’atleta e primeggi la società rappresentata. Insomma l’ultima volta che Giampaolo D’Este e Ivo Redolfi Tezzat hanno vinto la regata storica, quando si allenavano presso la sede della società di cui faccio parte, avrei voluto sentire e vedere scritto: “L’Associazione Canottieri Giudecca vince la regata storica nei gondolini”.
Il problema dei Veneziani moderni è che sono troppo legati all’idea di passato ed è difficile svincolarsene senza far polemica. Un altro problema, più generale dell’uomo, è che sempre meno si sa stare alle regole. Le regole servono a disciplinare il mondo e a non farlo cadere nel caos ma se le regole non si rispettano è anche inutile volerle.
E poi aggiungo un paio di esperienze famigliari, una mi coinvolge in modo più diretto dell'altra.
Ricordo mio nonno, cugino diretto di Piero Penso “Scuciareto” e molto legato a lui, che mi raccontava spesso episodi di regate e regatanti ma al contempo mi avvisava di starne alla larga perché l’ambiente non era un ambiente sano. All’inizio, quando ho cominciato ad affacciarmi al mondo della voga non afferravo le parole del nonno, mi sembrava esagerato e io ero affascinato dal mondo del remo. Col tempo ho capito il significato di quanto affermava; ho capito l’ignoranza che imbeve ancora oggi il mondo della voga.
Altro episodio casalingo, dall’altro capo della famiglia. La mia bisnonna paterna, cugina di Arturo Cucchiero “Scuciaro” pianse disperatamente quando mio padre, intorno ai 25 anni, partecipò ad una regata amatoriale, l’unica della sua vita. Si ricordava di come i suoi zii fossero contrariati dalle frequentazioni legate alla voga del cugino Arturo, degli eccessi che questo mondo si trascinava nella vita di ogni giorno.
Qualcuno leggendo, in particolare questi ultimi due capoversi, potrà sentirsi contrariato da quanto scritto ma nel mio modo di osservare la media dei regatanti odierni non vedo troppe differenze. C’è molto egoismo, c’è un modo poco professionale di rapportarsi al gesto sportivo. C’è l’idea del divertimento dopo regata, delle cene e del bere che stona con l’idea di atleta. Molti probabilmente diranno che non sono atleti.
Allora forse potrei suggerire che le regate puramente sportive prendano una direzione diversa e si stacchino completamente dall’aspetto tradizionale.
Molti diranno che io non ho capito cosa significa “regata” ma io rispondo che se vogliamo portare nel futuro le nostre regate dobbiamo cambiare radicalmente. Il mondo di oggi non tollera più quella sorta di “bullismo” che ha caratterizzato fino ad oggi le regate di voga veneta e, per quanto posso vedere, continua ad impregnarle.

4 commenti:

Tobia Paties ha detto...

ma cosa stai dicendo?? :)
se Pinco Pallo vince la Storica e si allena alla remiera X si celebra il campione mica la remiera!!ieri Vettel ha vinto il mondiale, coadiuvato da una scuderia che si e' rivelata anch'essa la dominatrice della sua c...ategoria!!ma i titoli assegnati sono diversi!!Vettel campione del mondo piloti e la Red Bull campione del mondo costruttori....tu vorresti portare la voga al livello degli altri sport professionistici ma poi cadi in questi errori di valutazione...Il Giro d'Italia l'ha vinto Basso mica la sua squadra...certo lo hanno aiutato (sicuramente MOLTO di piu' di come una remiera potrebbe supportare una coppia di campioni, dato che vengono forniti solo spazi e barche da allenamento) e per questo infatti c'e' anche la classifica a squadre per premiare il team che piu' si e' distinto, sempre attraverso i piazzamenti dei singoli!se tu quando dici "dovrebbero dire la Associazione Canottieri Giudecca vince la Regata dei Gondolini" intendi promuovere un premio extra dato alle remiere posso anche concordare, in caso contrario con tanta simpatia ti dico che mi sembra un'immensa cacchiata!!E comunque il premio ci potrebbe anche stare, ma allora si dovrebbe compilare una classifica stagionale e valutare i piazzamenti in tutte le regate e tutte le categorie...e credo che in quanto a qualita' e sopratutto quantita' non ci sarebbe storia e vincerebbe sempre la "Voga e Para"...
Che poi se fosse come dici tu sarebbe la societa' a ricevere il premio in denaro meritato a suon di palate dai regatanti, che a loro volta quindi dovrebbero essere stipendiati, e bene, dalle remiere, nonche' riforniti di remi e forcole da gara, uniformi e barche da gara sempre disponibili e in quantita' maggiore....La realta' e' che i regatanti si devono pagare il rinnovamento e la manutenzione di remi e forcole, nonche' quota d'iscrizione alla remiera e abbigliamento societario!!e non vedo come potrebbe essere altrimenti dato il cospicuo taglio di fondi di sostentamento alla voga veneta attuato dal Comune di Venezia negli ultimi anni...per concludere tengo a sottolineare che questo commento e' scritto con la massima amicizia e simpatia nei tuoi confronti, dato anche che ci conosciamo personalmente, quindi ti invito a valutare questa mia risposta discordante come un segno che il tuo blog viene seguito piuttosto che un'attacco alla tua personalissima opinione

Alla fine il nome del blog spiega tutto... :)

A modo mio ha detto...

In realtà dietro c'è un discorso un po' più complesso e meno "veneziano" nella visione generale; sicuramente anche meno legato ai soldi di quello che si può pensare. Andando avanti nel tempo, leggendo ciò che scriverò si avrà una visione più completa di ciò che intendo. Ma in fondo concordo con te...solo che nella mia visione di sport vince la squadra. Che in Ferrari avesse potuto vincere il titolo piloti Alonso o Massa a me non importava. Bastava che lo vincesse la Ferrari. Che poi il singolo atleta (vale anche ...nel canottaggio, nel ciclismo etc etc) si faccia valere come individuo va bene lo stesso, ma dietro c'è una squadra che lavora per lui. Nello sci si esalta il singolo ma poi si parla di fiamme oro, forestali, fiamme gialle o in competizioni internazionali di valanga azzurra. E quindi, come dici tu, nella voga le società dovrebbero fornire più mezzi, allenatori, medici, tecnici. Ma dovrebbe essere diverso un po' tutto il sistema e bisognerebbe avere il coraggio di lasciare il passato alle spalle e guardare alla voga come uno sport normale con regole ben precise imposte da un organo di garanzia. Cmq tranquillo, ho capito il senso del tuo commento. Questo blog l'ho aperto perché sono anni che ho certe idee sulla voga e adesso, un po' alla volta scriverò tutto. Poi non pretendo che sia la soluzione o la visione giusta. Come hai afferrato correttamente si tratta del mio modo di vedere le cose. In questi anni ho sentito gente dire di tutto sulla voga ma solo pochi porsi con idee innovative. E poi so che certe cose che scriverò saranno un po' dissonanti dal modo usuale di pensare alla voga ma lo farò anche un po' apposta per provocare reazioni, almeno spero. Quindi ogni commento sarà bene accetto: vorrei anche capire se esistono visioni ancora diverse da qulle che dominano attualmente il mondo remiero.

Anonimo ha detto...

Il tuo modo di vedere le cose è alquanto interessante e condivisibile dal mio punto di vista, ma non attuabile in termini pratici. Ovvero come dice tobia al momento il ruolo delle remiere nella vita sportiva degli atleti è molto esiguo, in quanto per mancanza di fondi, oltre a fornire uno spogliatio e le barche (che spesso e volentieri non sono in numero adeguato rispetto alla richiesta)non collabora attivamente in qualità di società sportiva ai successi degli atleti. Intendo dire che sebbene alcune società forniscano un "maestro" a disposizione degli atleti, si tratta comunque di un privato che teoricamente dovrebbe essere a disposizione di tutti e a qualsiasi ora; oltre a pochi fortunati la maggior parte dei lavoratori è cosretta a vogare ad orari "impossibili" quindi se la remiera fosse parte attiva degli sforzi quotidiani dell'atleta dovrebbe esserci sempre una persona disposta a seguire gli allenamenti! Per non parlare dei mezzi che si limitiano a quale remo buono solo per "passeggiate" d le forcole che non possono essere utilizzate per eventi che coinvolgono il regatante al di fuori della società.
Oltretutto per partecipare alla vita sociale è necessario pagare una quota sociale e il vestiario invernale ed estivo.
Un primo passo per realizzare ciò a cui ti stai riferendo, sarebbe imporre ai regatanti di gareggiare nele regate minori SOLO con equipaggi formati da membri della società di appartenenza e secondariamente nelle regate comunali; partecipando nei limiti del possibile agli allenamenti dei propri iscritti. Le istituzioni potrebbero adeguatamente premiare le remiera pluridecorate con un incremento di fondi e in questo modo via via realizzare quello che tu auspichi.
Ma credo che tutto questo ragionamento sia ben difficile da mettere in pratica, per cui chiudo qui e ringrazio per lo spazio concesso e continua a investire il tuo tempo nel blog che a dei chiaccheroni come noi fa solo che piacere. XD
Davide Bonapersona

A modo mio ha detto...

Effettivamente la realtà è molto lontana da come mi piacerebbe che fosse.
Forse il mio modo di vedere le cose mi porta poi a essere un po' troppo categorico su quello che potrebbe essere la definizione di atleta e di amatore. Nel senso che non concepirei una voga agonistica di tipo amatoriale ma di questo avrò modo di parlarne ancora.
Credo che alcuni esperimenti su una gestione più "sportiva" si possano fare, concretamente, con i "giovanissimi", sempre che l'istruttore di turno si adegui a stare anche lui dentro a certe regole (grosso ostacolo!).
In questo caso la società (parlo per la "mia") sarebbe disposta a fornire assistenza tecnica completa (materiale, barca appoggio, allenatore e preparatore atletico, accompagnatori vari per le eliminatorie/gare).

Per finire la fase di allestimento di questo blog mi mancano ancora una decina di post. Poi vorrei poter raccogliere anche idee e proposte di altre persone, intervallandole a riflessioni personali e a post che probabilmente con la voga avranno poco a che vedere.
Salvo commenti fuori luogo e/o offensivi pubblicherò tutte le opinioni che mi perverranno.