giovedì 9 dicembre 2010

Federazione Voga Veneta o FICSF? Ecco cosa ne pensano fuori da Venezia

Mi chiedo se tutti gli appassionati veneziani, anche coloro che sostengono Giusto, sono a conoscenza di quanto sta accadendo.
Riporto una lettera aperta a tutti i presidenti delle società di voga in piedi, escluse le società veneziane "coordinamentate".


(quanto riportato in seguito è il contenuto della lettera che a breve si potrà leggere anche sul sito www.ficsf.it, al limite in basso ci sono le immagini del documento originale)



FEDERAZIONE ITALIANA CANOTTAGGIO SEDILE FISSO
CANOTTAGGIO PER TUTTI

dicembre 2010
Lettera Aperta a tutte le associazioni remiere italiane di Voga in Piedi

Gentili ass.ni di Voga in Piedi,
in seguito all'incontro tenuto a Padova il 4 dicembre 2010, la FICSF ed il Comitato Federale incaricato di coordinare il progetto si sentono in dovere di precisare su alcuni punti fondamentali, lanciando un invito all'unità ed alla cooperazione.
Il progetto ViP750 nasce dall'esigenza di porre fine all'immobilismo creato, nel mondo della Voga in Piedi, dal Coordinamento delle remiere che, a dispetto del nome "nazionale" ha sempre perseguito una politica esclusivamente veneziana. Prova ne sono le manifestazioni organizzate, le iniziative svolte, il nome stesso del dominio web ecc.
Pur riconoscendo il grande rilievo tradizionale e numerico della realtà veneziana, si ritiene necessario, per creare una vera unione "nazionale", andare oltre i particolarismi, anche quelli molto numerosi e organizzati.
Il progetto assume denominazione "Voga in Piedi" non per volontà di mettere in discussione qualche non meglio specificato primato teorico o per fare inutile polemica. Il nome parte dalla costatazione che nella Voga praticata in posizione eretta sussistono diverse varianti locali. La più diffusa è la Veneta, ma si trovano anche, con buon bacino di diffusione, la voga Bresciano-Veronese (province di Brescia, Verona e Bergamo) e quella comasca: il nome Voga in Piedi risulta quindi inclusivo di tutte le forme di voga presenti sul territorio nazionale.
Il progetto non nasce con volontà impositiva, né in contrasto a "qualcosa o qualcun altro" e anticipa ogni altra iniziativa che vuole somigliargli. Partendo dalla costatazione di totale uguaglianza di tutti gli aderenti, ha creato una BOZZA di imbarcazione poco costosa, duttile, di facile utilizzo, progettandola in modo che potesse essere impiegata, con resa accettabile, in tutti i contesti geografici. Sebbene la barca, su cui sono stati investiti capitali ingenti, non si possa (per evidenti ragioni economiche e di investimenti già compiuti comprensibili a tutti) modificare nell'immediato questa costituisce un campo di confronto, prova e sperimentazione. La barca non vuole essere una "questione ideologica o religiosa". In futuro sarà possibile aprire al confronto ed alla discussione coinvolgendo tutti gli aderenti, sia quelli della prima ora che quelli giunti in corso d'opera. E' necessario che tutti, se si vuole fare qualche passo avanti, siano capaci di uno slancio di generosità, capaci di superare i puntigliosi particolarismi per riconoscersi in un progetto che va al di là degli egoismi dei singoli. Chi per primo ha aderito al movimento ViP750 ha comunque subito gli effetti “negativi” di questa scelta, perché di fatto la barca è nuova per tutti, nessuno la conosce e quindi, poco o tanto, scontenta tutti, promotori compresi. Ma è un primo banco di prova, per "sperimentare la condivisione" di una passione che ci accomuna. E' proprio a partire da questa comune passione per i nostri territori, per l'acqua, dolce o salsa che sia, per le barche e per tutto il patrimonio di valori culturali e soprattutto sportivi che portiamo con noi, che va costruita la condivisione.
Dobbiamo farci carico di trasmettere ai più giovani questi valori, mostrando anche di essere in grado di slanci di generosità. Dobbiamo saper unire e condividere i saperi e le esperienze per il bene comune della disciplina. Questo può solo farci forti, coesi e compatti, può trasformarci in interlocutori potenti e ascoltati nei confronti delle istituzioni.
Questo, a nostro avviso, significa anche portare avanti la tradizione. “Tradere” in latino significa consegnare, trasmettere, è un verbo che da atto di una continuità nel tempo, dal passato al presente.
Crescendo, andando avanti, diventando forti e numerosi dimostriamo che il nostro sport non è una muffosa vetrina museale, ma una realtà viva, al passo coi tempi, che cresce e si rafforza. Le piccole realtà di laghi, fiumi, laguna, coste, non dispongono di tanti mezzi, anche se sono magari vitali e numerose in termini di associati. Per questa ragione diventa necessario uno slancio di generosità dei grandi nei confronti dei piccoli, dei forti verso i più deboli, sempre nella consapevolezza che i passi fatti sono compiuti nell'interesse di tutti.
Al di là della barca, che costituisce un "canovaccio", al di là di tutti i problemi che potranno nascere in corso d'opera, è importante condividere il reciproco rispetto, il senso di uguaglianza, la volontà di condividere una comune passione. La speranza in un futuro fatto non di roboanti proclami (di federazioni, di olimpiadi, cui non segue mai nulla di reale) ma di piccoli passi concreti, veri, che portano, momento dopo momento, a risultati tangibili. Noi speriamo di aver tracciato un minuscolo sentiero, lungo cui, tutti, ci si possa incamminare, cambiando magari il tracciato ipotizzato ma senza dubbi sulla meta finale che si vuole raggiungere.
Nella Federazione Italiana Canottaggio Sedile Fisso (FICSF) abbiamo trovato e continuiamo a trovare un contesto adeguato, che concede spazi, fornendo nello stesso tempo i necessari quadri normativi che fanno da necessaria cornice allo sviluppo della disciplina. Troviamo i presupposti e gli strumenti per realizzare CONCRETAMENTE i realistici obiettivi che ci siamo posti, che possono essere così sintetizzati: TRASFORMARE LA VOGA IN PIEDI IN UNA DISCIPLINA RILEVANTE E DI RESPIRO NAZIONALE.
Per questo serve il contributo di tutti.

Il Comitato FICSF per la ViP750

Sede: via Prà, 63 A (lato mare) – 16157 GENOVA – Tel . 010 6671782 f@x 010 4206621 –
Cod. Fisc. 95007090103 P.Iva . 01640980999
Sito Internet : www.ficsf.it E.mail segreteria@ficsf.it



6 commenti:

Anonimo ha detto...

Io direi che la lettera è per tutti quelli che han voglia di sentire e han bisogno di confronto, di Venezia e non, coordinamentati e non...

A modo mio ha detto...

@ Anonimo: prego non restare anonimi, tra non molto i commenti anonimi non verranno pubblicati.
Direi che la lettera va chi vuole "ascoltare" e confrontarsi... "sentire" è molto più facile e non richiede impegno

Anonimo ha detto...

L'idea di confronto su una barca sconosciuta ai più e con la possibilità di armarla con i differenti stili di voga per dimostrare quale sia più efficace per la velocità della barca mi sembra una sfida che si può accettare senza troppe remore.
Finalmente si può parlare di sport e non di folklore. Viva lo sport

A modo mio ha detto...

@ secondo Anonimo... identificati!

Venezianodoc ha detto...

Venezianodoc scrive,per costruire la vip750 è stato ingaggiato un ingegnere??avrei pensato meglio a un cultore di ORIGAMI.in merito all'olimpica,l'avete mai provata??sarà anche scomoda da trasportare ma la soddisfazione e la sensazione che ti da nel vogarla penso non te la dia nessun'altro mezzo navigabile in circolazione.

A modo mio ha detto...

@ Veneziano doc: al fine di non ripetere i commenti ti invito a leggere la risposta al tuo commento identico sull'altro post http://voga-amodomio.blogspot.com/2010/12/federazione-per-la-voga-allinpiedi-e.html

Comunque, sì, è stata progettata da un ingegnere navale.