mercoledì 8 dicembre 2010

Coordinamento


Questo post è suddiviso in 2 parti: Cos’è il Coordinamento e Come vorrei fosse il Coordinamento.

Cos’è il Coordinamento  delle associazioni di Voga Veneta


No, non ho dimenticato la dicitura “nazionale”, l’ho omessa!
Nato nel 2000 (correggo, qualche anno prima ma non ricordo esattamente) unificava tutte le società di voga Veneziane. L'intento era nobile. Risolvere i problemi di rapporto con il comune. Trovare cioè un unico rappresentante che esponesse i problemi delle società e che contemporaneamente gestisse quelle occasioni (tipo la regata storica) dove le società devono organizzarsi per formare un corteo uniforme e spettacolare. Anzi fu proprio il Comune a spingere la nascita di questo organo.
Se inizialmente le cose partirono bene, non continuarono altrettanto.
Con l’avvento alla presidenza di Giovanni Giusto il coordinamento ha cambiato faccia: si propone allo stesso piano (anzi vorrebbe porsi un gradino più in alto, o forse lo fa già) di un'associazione di voga.
Spesso il parolone “Coordinamento” appare davanti ad iniziative di singole remiere. Chi non conosce queste realtà spesso è portato a pensare che il coordinamento organizzi tutto. Errore: di fatto il coordinamento si prende i meriti di iniziative lodevoli. Penso per esempio all’idea buranella delle “maciarele“ (i ragazzi sotto i 14 anni). Pur sapendo che l’idea è partita dalla società sportiva “Voga e Para”, il coordinamento l’ha fagocitata e resa propria. Non che non venga ricordato lo sforzo della Voga e Para ma viene messo in secondo piano.
Altra nota dolente sono i fondi erogati dagli enti pubblici, in particolar modo quelli della provincia.
Ogni società remiera deve presentare alla provincia di Venezia una lista delle proprie regate e altre attività svolte durante l’anno. I finanziamenti erogati poi vengono suddivisi con una graduatoria.
Qualche anno fa’ i vari enti pubblici hanno ridotto i fondi erogati alle società, cosa comprensibile. In questo contesto però il coordinamento è riuscito a farsi finanziare la costruzione di caorline dalla provincia di Venezia. Con che soldi, visto che i fondi per le società non c’erano? E poi quei soldi non avrebbero dovuti essere distribuiti alle singole società?
La stessa cosa si sta ripetendo, purtroppo, per la costruzione di quelle inutili barche chiamate “Olimpica” (ma questo è un altro capitolo).
Se da un lato posso anche condividere l’idea di costruire una muta nuova di caorline per le regate delle società, non capisco perché il Coordinamento non le abbia donate al Comune, che in fondo resta l’ente che ha in mano la parte di regate “reale”, le regate che contano sul serio, ovvero le regate comunali. Non capisco inoltre il comportamento dittatoriale in ambito “regate sociali”. Con le mute di barche comunali, previa richiesta, ogni società può organizzare le proprie regate dove più ritiene consono. Questa cosa non avviene con le caorline del coordinamento, che presta le barche, a patto che le barche partano e arrivino alla sua sede nautica.
Ed ecco un altro aspetto che del coordinamento proprio non capisco, ovvero la necessità di una sede nautica. L’attuale base diportistica del coordinamento è una struttura comunale che doveva servire per la R.S.C. Bucintoro, sfrattata dalla sede alle Zattere. Per vari motivi la Bucintoro è rimasta alle Zattere (chissà poi perché, vista l’impraticabilità del Canale della Giudecca) e il presidente del Coordinamento si è “impossessato”, a suon di pressioni politiche, di quello spazio.
In fin dei conti una base nautica al coordinamento proprio non serve, è uno spreco!
E arriviamo alla parte politica. Anni fa’, quando Giusto era solo il presidente del Coordinamento, dava l’impressione che il suo modo di “allargarsi” su tutto fosse molto politico. Spesso i suoi discorsi erano molto simili a comizi elettorali. Ricordo che in molte riunioni, prendeva la parola e non la mollava più, dicendo però nel finire del suo intervento che l’assemblea è sovrana. Spesso alla fine dei suoi discorsi nessuno prendeva più parola per timore di protrarre inutilmente in avanti quelle noiose ed inutili riunioni. Inutili perché tanto alla fine si faceva ciò che aveva proclamato Giusto.
Inoltre i suoi discorsi vertevano spesso sulla tradizione, le radici storiche, il Veneto, la Serenissima… insomma si captava un’aria leghista/serenissima che certamente strideva con l’aspetto apolitico e apartitico delle singole società di voga. La mia personale considerazione poi per chi è ossessionato dai discorsi indipendentisti, venetisti etc. etc. è pressoché nulla, come è pressoché nulla la considerazione verso chi parla di storia, di gloria del passato, senza sapere in realtà che la Storia ha condannato la Serenissima, ma ne parlerò in un altro post.
Comunque i miei (e non solo miei) sospetti che Giusto stesse puntando a una poltrona politica si sono dissolti quando Giusto si è candidato alle elezioni Comunali del 2010 come consigliere comunale. Ed ora, come volevasi dimostrare, è anche consigliere comunale con la Lega Nord.
Ma arriviamo ad analizzare l’aspetto “territoriale”. Come detto il Coordinamento è nato per gestire situazioni locali. In questi ultimi anni invece, almeno nelle intenzioni, ha cambiato dicitura avvalendosi della parola “nazionale”. Sono state coinvolte varie realtà di voga all’impiedi
Nel coordinamento sono state inglobate realtà che con la voga a Venezia non hanno nulla a che vedere. Dando per scontata la presenza delle società di Treporti (che si ritroverebbero fuori dal giro del comune, in quanto hanno ottenuto l'indipendenza da Venezia, dimenticandosi che ne facevano parte!). Dando per scontata la presenza delle società vicine (se non dentro) alla gronda lagunare come i Moranzani e Mestre. Dando un po' meno scontata la presenza di Meolo e Mira (ma se ci sono anche Mestre e Moranzani loro si sentirebbero esclusi). Non è assolutamente concepibile che ci siano società estranee alla gronda lagunare.
Sia chiaro: non ho nulla contro queste realtà, ma non hanno rapporti con il Comune di Venezia o con la Provincia di Venezia. Non ha senso che il Coordinamento coordini (scusate il gioco di parole) anche queste società. Cosa interessa a loro se il Comune di Venezia decide di non investire su certe società sportive?
A distanza di tempo sembra di capire che molte di queste società servano per portare avanti l’idea mentale di Giusto riguardo alla voga veneta. Nel senso che in Assemblea del coordinamento queste società hanno diritto ad un voto come le società veneziane. Spesso, quasi sempre, queste società sono assenti per motivi logistici e il loro voto va in delega. Il delegato voterà realmente nell’interesse di quella società o voterà comunque e sempre a favore di idee che portano a potenziare questa forma errata di Coordinamento? Il dubbio mi assale!

Come vorrei fosse il Coordinamento

  
La mia visione di ciò che dovrebbe essere il coordinamento sarebbe un organo molto più snello e ad esclusivo servizio delle società di voga veneziane. Diciamo che sarebbe un organismo meramente tecnico, una sorta di “sindacato delle remiere”: senza sede, senza soldi. Dovrebbe essenzialmente coordinare le attività delle varie società quando serve, potrebbe essere l’organo che aiuta a non creare accavallamenti di regate intersocietarie, servirebbe in manifestazioni come la regata storica per organizzare ciò che non è regata. Non dovrebbe mai apparire come nome, dovrebbe aiutare a destreggiarsi nell’apparato normativo del fisco le società che ne richiedono aiuto. Potrebbe essere utile a trovare fondi da distribuire alle singole società.
Insomma dovrebbe essere semplicemente uno strumento, non un’altra associazione. Soprattutto non un organo parapolitico.

15 commenti:

Lanterio ha detto...

(pubblico il commento suddividendolo in tre parti altrimenti non si riesce a pubblicarlo, ndr)
PARTE 1
La riflessione è molto ampia e merita, a mio avviso alcune considerazioni. Innanzitutto preciso che condivido pienamente le perplessità dell'autore. Ritengo che il Coordinamento sia una entità che, per fini che sono del tutto al di là del mero esercizio di funzioni sportive, ha volutamente scelto di sconfinare in campi che naturalmente non gli competono.
Non gli competono per la "fisiologia" stessa dell'ente, che nulla è se non una sorta di comitato che appunto coordina le remiere. Basta analizzare, attraverso la vetrina mediatica costituita dal sito internet, l'attività di questa istituzione. Si tratta banalmente di un ente che organizza attività in ambito lagunare.
Non mi permetto di esprimere opinioni in merito a quelle che sono le funzioni lecite o meno lecite di questo organismo.Quelle devono essere determinate dagli elemeni che lo compongono. Constato solo, osservandolo dall'esterno, che il Coordinamento mi sembra diventato lo strumento per la promozione "politica" di un solo indivduo che ne appare animatore e dominatore al tempo stesso.Strumento quindi di propaganda politica simil-leghista che, come sottolinea l'autore del post, si attacca a tutto quel patrimonio di affermazioni retoriche che sono proprio il segno di un declino di civiltà.

Lanterio ha detto...

PARTE 2
Attaccarsi disperatamente alle glorie passate, mitizzarle, a volte estremizzarle è segno, quando diventa eccesso, di un disperato attaccarsi ad una immagine fuorviante del passato per non vedere la decadenza e la stasi dell'oggi. Per capirci, i veneziani che occuparono Costantinopoli nel XIII secolo non perdevano certo tempo a rievocare le barche o le processioni fatte dai loro predecessori in occasione della fondazione della città. E non rimpiangevano le "radici" bizantine. Il folklore è, a mio avviso, la peggiore patologia della memoria storica perchè prende gli aspetti più ridicoli ed insignificanti del passato e li trasforma in valori sacrali, reinventa tradizioni mai esistite e le mitizza rendendole intoccabili. Ma qui sconfiniamo nella filosofia storica.
Tornando invece alla questione Coordinamento, sarebbe pur legittima, se agli aderenti garba, una attività folklorica da parte dell'ente.
Quel che invece stona in modo ridicolo è la pretesa di questa entità di porsi come elemento "nazionale". Il coordimento è una realtà tristemente locale, come ne esistono a decine in Italia settentrionale. Serve a coordinare le attività di un contesto geografico piccolo, si relaziona con gli enti pubblici di un piccolo territorio geografico ed in questo territorio geografico restituisce dei "servizi", che sta poi agli utenti valutare nella quantità e qualità.

Lanterio ha detto...

PARTE 3 (cominciare la lettura di questo posto dalla PARTE 1
Fuori da questo contesto geografico, oltre all'onere di mantenere Giusto in occasione di qualche cena ufficiale o altro appuntamento (mentre blaterava di olimpiadi imminenti o leghe di remeire interplanetarie9, il coordinamento non ha mai prodotto alle remiere affiliate un solo servizio. La sua struttura gestionale è composta di soli veneziani, e credo continuerà ad esserlo. Ed il suo fine è esportare la (ritenuta) superiore tecnica veneziana ai sottosviluppati (parlando di voga) territori della "terraferma". E mi fa ridere il termine "terraferma" che è lo stesso usato in età moderna per distinguere i domini coloniali veneziani continentali dallo "stato da mar".
Insieme alla remata si vuole esportare il vessillo di S. Marco. Una cosa ridicola. Cosa risponderebbe un veneziano se domani un bergamasco o un cremonese arrivassero, forti di qualche preteso primato, a portare la buona novella di una nuova via sotto il segno del gonfalone cittadino? Si tratta di anacronismi e mentalità ottuse.
L'unione si può costruire solo a partire da presupposti di uguaglianza e pari rispetto ed in un'ottica di puro confronto e relazione che ponga tutte le diverse esperienze sullo stesso piano e mutui il meglio da ciascuna di esse, perchè ognuna ha qualcosa di "meglio". Per questo spero che il coordinamento torni ad essere tale, perchè altro non può essere, non ne ha il DNA. Torni a svolgere il proprio ruolo veneziano, lasciando sgombro il campo della voga da malintesi e questioni identitarie che nulla attengono alla sfera della sport.

Anonimo ha detto...

Gntilissimi, vorrei precisare qualche punto impreciso a mi avviso scritto in questo blog:
1 ricordo che le società di terraferma, Mira, Treporti, Cavallino, Meolo ma potrei citarne tante altre non hanno sicuramnete sede nel Comune di Venezia,ma ce l'hanno in Provinica di Venezia............
2 nei primi anni di nascita del Coordinamento, e non con la presidenza di Giusto, queste società erano già iscritte e ben attive nelle attività di questo.......
3 Vi ricordo che sempre i primi anni se non c'erano le società di terraferma che portavano i propri vogatori per riempire le imbarcazioni storiche per le manifestazioni più importanti le società di venezia (forse perchè in stallo)non sarebbero state in grado di riempirle.
scusate ma tanto vi dovevo
cordialmente

A modo mio ha detto...

@ Anonimo di cui sopra: Alcuni chiarimenti di carattere generale sono nel primo post di questo blog "Post Zero" (riportato anche nella colonna laterale). Dietro al nome del blog "A modo mio" si cela una persona soltanto, ovvero il sottoscritto, cioè Emmanuele Novo.
Ogni chiarimento può solo che essermi utile.
Comunque...
1) Leggendo bene, si nota che indico il fatto che le società di "terraferma" (ne ho citate alcune ma, appunto, la lista è più lunga) siano non solo in Comune di Venezia ma anche in Provincia di VE.

2) Non è solo al periodo della presidenza di Giusto a cui faccio riferimento, anche se Giusto è colui che ha strvolto l'idea iniziale di "ccordinazione" fra società.

3) Vista l'ottusità veneziana (della parte "acquea"), lo sostengo da veneziano, anzi Giudecchino doc, fosso stato per me avrei lasciato al loro destino le società di voga nell'organizzazione di certi eventi. Ma quest'ultima è solo una mia personale, quanto discutibile, opinione.

Infine 4) Finché il blog avrà pochi visitatori pubblicherò i commenti anonimi ma in futuro verranno cestinati senza neanche leggere il loro contenuto.

A modo mio ha detto...

@ Lanterio: piccola precisazione anche se sono d'accordo su tutto quanto.
Il termine "terraferma" a Venezia viene usato anche senza disprezzo, da sempre. Ad esempio, ma è uno solo dei tanti, anche nell'uso familiare può capitare che parlando di un acquisto da fare in un centro commerciale in zone Mestre si dica: "Andrò a comprare ciò che mi serve in terraferma".
E chiaro quindi che, il Coordinamento, nel rapportarsi col resto del cosmo, si ponga al centro di tutto e definisca di "terraferma" le società che non sono veneziane. In un ottica più globale sarebbe utile far capire a molti miei concittadini che l'eccezione siamo noi veneziani che viviamo in un'isola. Ma io questo l'ho capito e compreso (senza "razzismo" nei confronti di una e dell'altra parte) uscendo da Venezia e frequentando le realta di un po' tutta la Regione Veneto. E parlo solo per il Veneto ma lo stesso concetto si potrebbe estendere a tutti coloro che hanno problemi di rapporto verso le terre confinanti o ancora più lontane.

Franco ha detto...

Ho letto con interesse il post di Lanterio e sono cmpletamente d'accordo con la sua disamina.
Io sono il presidente di una società Gardesana che fa Voga da 40 anni, ben prima dell'arrivo di Giusto. Ma devo dire che l'incontro con una persona così piena di speranze mi ha portato a sposare la sua "battaglia". Purtroppo come sempre accade non tutti i fiori sbocciano e Giusto è uno di questi. Negli ultimi due anni pur rimanendo assiociato al Coordinamento mi sono mosso all'interno della FICSF, da prima per un ritorno gestionale grazie alle facilitazioni fiscali previste, e poi con alcuni amici nel progetto ViP 7,50. In due anni abbiamo fatto quello che Giusto dice di fare da almeno 10. Essendo iscritto al Coordinamento abbiamo sempre passato tutte le informazioni delle nostre decisioni compresi i disegni della ViP a Giusto per una sua opinione e per incitarlo a portare avanti lui personalmente il dialogo con il Presidente Gobbi, ma questo non è mai avvenuto. Quello che ho letto girando per i vari siti e su alcune Mail arrivatemi da Venezia sulle affermazioni di Giusto nei confronti del Presidente Nazionale Gobbi non sono vere, io ero presente ad alcuni incontri e la federazione non ha mai posto limiti al coordinamento se non quello di pagare una affiliazione, che allora ammontava a 150€, complessive per tutte le società iscritte, una affiliazione per tutti.La posizione del Coordinamento è sempre stata di superiorità e indifferenza a quel punto ci siamo visti costretti ad assumerci l'onere e anche l'onore di portare a compimento un sogno per molti rematori. Come dice bene Emanuele se i Veneziani che vivono su un isola uscissero a guardare il mondo si accorgerebbero che non esistono più i nemici, facciamo tutti parte di un mondo bellissimo di rematori.I particolarismi non portano da nessuna parte ma sono la prigione dove alcuni si rinchiudono per poter avere una sorta di potere. Io non sono motivato da una sete di potere ma dalla volontà di vedere un bellissimo sport riconosciuto dal coni come SPORT. Auguro a tutti un sereno Natale e alla prossima

brando ha detto...

Dico la mia sul Coordinamento dalla provincia di Padova. Secondo recenti osservazioni girate, tale Provincia e’ piena terraferma. Si dimentica che anche la regione Veneto sponsorizza la voga alla veneta. Nelle cinque remiere il richiamo della tradizione e dei sentimenti e’ ancora vivo ed il Naviglio del Brenta rimane un cordone ombelicale. Se si vuole che la voga veneta sopravviva al di la’ del folklore ad uso turistico di Venezia bisogna trovare una collaborazione veramente interprovinciale e finanche interregionale. E’ innegabile che il Coordinamento ha svolto negli scorsi anni un ruolo estremamente positivo verso la nostra provincia. Se il Coordinamento era nato a livello comunale, la sua apertura a livello interregionale ha gettato le basi di una sprovincializzazione della voga alla veneta. Poter disporre saltuariamente delle caorline del Coordinamento e’ stata una grande opportunita’ ed un punto di riferimento per le nostre associazioni. Gli extra-provinciali non sono stati dei parassiti che hanno sottratto risorse agli intra-provinciali. Molte collaborazioni sono intercorse con le remiere lagunari e lo spirito collaborativo si e’ esteso. Alle nostre regate provinciali vengono regolarmente invitati rematori della provincia di Venezia. Una nostra recente manifestazione: il raid Pordenone-Padova ha verificato il legame della voga alla veneta perfino con il Friuli.
E’ anche vero che negli ultimi tempi il Coordinamento ha perso dei colpi. Ora vari nodi stanno venendo al pettine e rischiano di compromettere tutto.
Alle riunioni del Coordinamento siamo sempre stati presenti con contributi collaborativi ma anche critici. Purtroppo si deve costatare che il Coordinamento non e’ affatto strutturato per una efficiente gestione dei rapporti con gli associati. Da un anno contestiamo alla dirigenza la carenza di informazione, che e’ anche una elusione dello statuto: mancanza di verbali delle riunioni e di decisioni assembleari, regolamenti, calendario delle manifestazioni, aggiornamenti etc. Tutto questo non vale paradossalmente invece nei siti di molte remiere associate. Vi era stato un anno fa un impegno a colmare questa grave lacuna ma nulla e’ stato fatto. Addirittura era stata delineata la prospettiva che il Coordinamento potesse avere una graduale metamorfosi verso una Federazione Italiana di Voga alla Veneta ma anche su questo piano non vi e’ stato alcun reale progresso.
Giusto all’ultima assemblea del Coordinamento ha affermato che Coordinamento e Federazione sono e saranno entita’ diverse. Questo riconoscimento mi pare corretto e semmai tardivo. Tuttavia il Coordinamento deve rimanere aperto a tutte le remiere nazionali e collaborare con una futura federazione. Una federazione e’ un obiettivo necessario da subito e la mia opinione e’ che si debba puntare ad una coabitazione, in una Federazione autonoma, della voga alla veneta e della voga in piedi (che dalla voga alla veneta strettamente deriva). Le altre alternative mi sembrano veramente da scartare. Le opposte tifoserie dovrebbero fare un passo indietro e collaborare insieme.
Al prossimo rinnovo del consiglio direttivo del Coordinamento bisogna assolutamente operare una svolta strategica.

A modo mio ha detto...

Mi fa piacere notare che ci siano posizioni critiche, con diverse sfumature.
Voglio aggiungere alcuni pensieri perché la mia posizione ha comunque un ampio ragionamento alle spalle.
Non nego che il Coordinamento abbia avvicinato i vari territori legati a Venezia nell'ambito della voga. Dico solo che per come è nato forse era necessario creare un percorso di "esternalizzazione della voga" più commisurato ed elucubrato. Invece ci si è lasciati trasportare troppo dall'entusiasmo.
Forse, dico FORSE, il Coordinamento prima di pensare in grande doveva risolvere dei problemi di base che aveva già solo nell'ambito comunale (di Venezia). I problemi di scarsa comunicazione etc. etc. di cui Brando parla sono gli stessi che hanno portato alcune società Veneziane, qualche anno fa', a dissociarsi. Non solo ma tra le società veneziane c'è sempre stato del malumore a riguardo ma poi nessuno si è mai preso la briga di affrontare realmente il problema, nonostante ci sia stato qualche tentativo morto poi nel nulla.
Arrivati al punto attuale io sono dell'idea che le società non veneziane potrebbero comunque vogare a Venezia invitate dal Comune (che di fatto è colui che ha una gestione della voga "regolamentata") o dalle singole società che possono organizzare regate od eventi, in modo autonomo o associato.
Sono però anche dell'opinione che "neutralizzare" la voga da goffi campanilismi storici/tecnici/regolamentari sia l'unico modo per fare un passo in avanti in territorio nazionale.
In questo senso, valutando anche la lettera delle società di Voga in Piedi del 4 dicembre, il progetto portato avanti dalla FICSF ha basi solide e ben motivate. Il progetto è impostato con giudizio e la genesi della barca stessa ne è la dimostrazione (progettata da un tecnico, con valenza sperimentale, costi contenuti, massima trasportabilità).
Resta piuttosto da capire e valutare che valenza ha una possibile federazione di voga veneta che si fa costruire delle imbarcazioni non progettate da un tecnico, difficilmente trasportabili, difficilmente varabili, estremamente costose e non immaginabili in, per esempio, carbonio.
In più, barche che verranno comprate dalla Provincia di Venezia, con soldi usciti dal cappello magico (Giusto-Lega>consigliere provinciale per i vari sport come la voga-Lega>presidente della provincia-Pdl) e non destinabili ad altri progetti e che probabilmente gareggieranno solo nella provincia di VE e probabilmente solo a Venezia (comune).

alberto1968 ha detto...

Con qualche sfumatura diversa mi sembra in ogni caso che i diversi soggetti che sono intervenuti tendono a proporre una sintesi delle diverse voghe tradizionali in piedi, tra le quali anche la voga alla veneta. Noto però che questa apertura di modernità, nella continuità della tradizione, è appannaggio di esponenti della "terraferma" con qualche "pecora nera" in laguna, che io definerei "centro di eccellenza". Veneziani tirate fuori un sussulto di orgoglio ed apritevi non morite imbalsamati nelle stantie tradizioni ma siate partecipi delle innovazioni con il vostro bagaglio.

Lanterio ha detto...

Gent. Brando e Alberto,
quasi tutte le remiere che anno aderito al movimento ViP750 sono venute da una storia di coordinamento e ne fanno ancora oggi parte. Questo non è un piano criminoso di malfattori che vogliono far fuori il coordinamento. Piuttosto l'autonomo far fronte ad una esigenza sempre più urgente. Il coordinamento, le sue dirigenze, al di la della facciata, non hanno mai fatto nulla di concreto per la crescita della disciplina. Non ha coordinato, non ha organizzato. Non critico, di nuovo, l'operato locale del coordinamento, che noi non abbiamo sperimentato. Ma fuor di venezia questo ente, cui abbiamo versato 80 euro l'anno per niente, non ha fatto nulla. Il problema non è legato a paternità o prestigio di Venezia sulla voga. Non ho alcun problema a dichiarare che certamente Venezia è il maggior centro per la voga in Piedi nella sua variante veneta.
Noi non sputiamo su nulla, cerchiamo solo il confronto sportivo senza portarci dietro zavorre di significati altri che non aggiungono nulla allo sport e provocano solo malumori. La voga per me è innanzitutto sport, condivisione, amicizia, agonismo pulito, correttezza e un grande strumento di didattica sportiva, culturale, ambientale. Il resto viene tutto dopo. Il senso dell'adesione alla FICSF va nell'ottica di una crescita numerica, rilevante, che ci inserisca in una realtà che copre quasi completamente il territorio nazionale e che possiede già da subito una struttura, magari perfettibile ma collaudata. Oggi non è possibile altro e, se si guarda con un po' di buonsenso e sguardo critico il mondo della voga, ci si rende conto che una federazione non è futuribile ne sul breve ne sul medio periodo. E' necessaria una preventiva riforma culturale che innesti nelle dirigenze e negli atleti una cultura sportiva che manca quasi totalmente, che renda naturali certi comportamenti e certe regole basilari. E magari nel frattempo politiche mirate per una rilevante crescita numerica. Solo allora si potrà parlare di una federazione sportiva autonoma. La proposta FICSF è seria e rispettosa, si pone obiettivi chiari e rispetta tutti, senza proporre a nessuno primi della classe.
I risultati possono essere buoni e immediati. Se i fini sono condivisi, i mezzi sono solo quelli dettati dalle contingenze.

alberto1968 ha detto...

Gentile Lanterio,
forse sono stato criptico o frainteso nel mio post, volevo solo fare un complimento al movimento VIP e all'intraprendenza dei soggetti che vi aderiscono e che cercano di aderirvi, nonché di stimolare le realtà veneziane a cercare di aprirsi a tale punto di vista che ripeto ritengo innovativo perchè ricerca una sintesi delle diverse espressioni di voga in piedi tra le quali vi è appunto anche la voga alla veneta.
Non mi è mai passato per la mente che il movimento della VIP e della FICSF siano carbonari nonché malfattori e se questo è stato percepito dal mio post chiedo venia.
Forse però quanto accaduto, che io ritengo un fraintedimento, potrebbe essere nato anche da alcune sfumature globalmente eccessivamente polemiche che partono già dall'introduzione dell'argomento e poi si dipanano nei vari interventi. Quindi poiché a tutti percepisco interessa la questione e tutti mi sembra la viviamo con molta passione, non sarebbe il caso di smorzare un po' i toni al fine di portare avanti un confronto costruttivo. Non vorrei che alzando i toni poi ognuno si chiudesse nelle proprie convinzioni. Alle volte serve l'avvio anche brutale per stimolare ma rimanere oltre un certo regime di giri potrebbe portare a fondere il motore.

A modo mio ha detto...

Non mi sembra che Lanterio abbia mal compreso i vari commenti fatti.
E neanche mi sembra che nessuno di voi abbia l'intenzione di restare arroccato sui "localismi". Io ho colto il commento di Lanterio come un rafforzamento e una ripetizione (voluta) di quanto detto fino ad adesso. Forse Lanterio non ha colto il senso del richiamo ai veneziani.
Io, da veneziano, sono arrivato ad una conclusione più antropologica del tipo "vivi e lascia vivere".
Quanto espresso nel mio blog, nella sua totalità, sono mie idee e miei modi di vedere le cose.
Non parlo solo di voga ma anche di argomenti che direttamente non c'entrano.
Sempre più sono dell'idea che non ha molto senso opporsi al coordinamento a livello pratico.
Dal mio punto di vista il coordinamento imploderà in se stesso. E' un bene che, ancora per molto tempo, la FICSF sviluppi in modo autonomo da Venezia il progetto VIP. Le società veneziane che vorranno unirvisi faranno richiesta di affiliamento e si adegueranno ai regolamenti federali, che spero diventino ancora più simili a quelli del canottaggio FIC in quanto a rigore tecnico. Vorrei poter scegliere che barca acquistare, nel senso che spero un giorno si possa far produrre la VIP750 o una sua evoluzione da vari costruttori diversi e ogni modello, pur rispettando un regolamento tecnico, sia migliorato e diverso dagli altri come accade per le barche di canottaggio.
Soprattutto vorrei poter acquistare una barca che sia al millimetro quella richiesta e non una barca artigianale tradizionale. Non è attraverso il pressapochismo che si evolve uno sport. Altrimenti sono gare da sagra, come lo è in fin dei conti anche il ciclo di regate comunali di Venezia, per non parlare della miriade di garette sociali delle varie società di voga veneziane.
facendo un paragone equestre, io vorrei vedere il corrispondente delle ordinate gare in ippodromo e non manifestazioni disordinate (seppur emotive) come il Palio di Siena.
E poi io personalmente non ho nessuna voglia di andare a far gare sentendo parlare della gloria del Leon, di Venezia e bla bla bla. Infatti la voglia di gareggiare in ambito lagunare mi è passata proprio grazie a questo contesto.
Se qualcuno crede che le tradizioni locali vadano mantenute parallelamente non mi opporrò ma non darò il mio contributo a riguardo. Non vedo volontà vera di mantenere, innovando, un mondo che ha molti limiti. Forse proprio perché è un mondo che ha molti limiti.

alberto1968 ha detto...

vedi a "Modo Mio" non è questione di mantenere innovando ma di creare qualosa di nuovo essendo coscienti da dove si deriva. Possono non piacere certe cose ed è condivisibile ma questo non toglie la base tecnica da dove deriviamo come voga veneta, una delle espressioni della voga in piedi. Attento parlo di tecnica di voga non di richiami al leon. Poi come dicevi se ai veneziani interesserà il progetto della FICSF vi parteciperanno a tempo debito, ma se non lo si spiega e si lascia che si formino un'opinione sul sentito dire forse vengono anche create delle distorsioni e questo non mi sembra positivo.

A modo mio ha detto...

Non vedo che distorsioni si possano creare. E' tutto lì, nero su bianco.
Se fondo un'associazione sportiva e decido di affiliarmi ad una federazione, vuol dire che di quella federazione ho letto le regole, mi adeguo. Loro (federazione) controllano che io mi sia realmente adeguato e tutto finisce là.
Non vedo perché bisogna spiegare ai veneziani diffidenti una cosa che basta solo andare a cercare si internet.
Sembra che la maggior parte dei vogatori veneziani siano più presi dalla voga tradizionale locale e non interessi una forma più sportiva della stessa, che non è esattamente voga veneta ma che ha movimenti simili.
Bene. Allora non andiamo a complicarci la vita. Ripeto il concetto: senza polemica con nessuno, le singole società decideranno se affiliarsi alla FICSF e fare le gare di Voga in Piedi. I dirigenti delle varie società veneziane più o meno sono informati della cosa.
In fondo se, statuto permettendo, creassi un settore ciclismo nella "mia" società e la affiliassi alla FCI non ci sarebbe nessun problema nei confornti delle altre società di voga. La stessa cosa se ci si affilia alla FICSF.
La "mia" società è già affiliata alla FIC... la cosa forse infastidisce qualcuno? mi sembra di no.
E se l'idea, il progetto VIP, dà fastidio a qualcuno qui a Venezia mi sembra ci siano molti preconcetti. Non si vuole scavalcare nessuno e non si vuole creare nessun astio.
Ma tutto questo non mi sembra chiaro a tutti (parlo in generale, non direttamente a te alberto1968)