domenica 24 ottobre 2010

Nati in barca 1



"Mauro Corona è solito ripetere di non essere nato in barca." Con questa frase si apre la biografia di Mauro Corona sul suo sito internet .
È strana l’idea di trovare una sua pagina sul web. Non che non me lo aspettassi, ma non me lo vedo seduto davanti ad un pc a scrivere sul suo sito. Lo penso in montagna, con la testa assorta nei suoi pensieri e contemporaneamente libera, a perdersi nella natura che lo circonda. Ma senza pensarci troppo.
Si può approvare o meno il suo modo di vivere. Certo non è facile poi giudicare dalle impressioni. Io personalmente lo trovo una persona vera, forse un po’ distante da me per quanto riguarda certi eccessi, ma non così tanto come potrebbe sembrare. Conosco altre (non molte) persone che hanno quella scorza dura in apparenza. E come per Corona, anche queste persone trovano nella natura il loro sfogo per la mente, sapendo cogliere molti aspetti da cose che a prima vista danno poco. Questo lo capisco.
Nel sito di Corona, c’è la possibilità di sottoscrivere una petizione per non far passare i TIR in Valcellina, per salvaguardare l’ambiente. Secondo me l’iniziativa è buona anche se forse non ha l’eco necessaria a renderla realmente “pesante”. Quando vado in montagna (Cadore, Ampezzano e dolomiti di Sesto) vorrei poter togliere dalle strade i TIR e dalla montagna i turisti. Mi rendo conto che l’economia di quei posti si basi sul turismo ma, vivendo in una città che ormai punta solo sul turismo, sinceramente non ne posso più delle masse di persone che come pecore pascolano ovunque e a caso. Girando in Agosto non sembra neanche di essere più in montagna. L’ultima volta che sono stato sulla ferrata Lipella (ferrate che comunque sono discutibili in quanto tali) sembrava di essere in coda a Gardaland. Per fortuna eravamo partiti molto presto e la coda si è limitata all’ultima pezzo, dalle Tre Dita in su (dove, a dir la verità, la ferrata non è neanche più tecnicamente la "ferrata Lipella").
Non parliamo della montagna invernale. Le piste sovraffollate (già solo l’idea di “pista” snatura la montagna), parcheggi stracolmi di automobili: praticamente l’ideale per starsene a casa propria.
D’altro canto con il muoversi di interessi economici poi lavorano anche delle persone, però non vorrei che finisse come a Venezia, dove per salvaguardare posti di lavoro si continuano a mantenere attivi gli stabilimenti chimici. O che per far fronte alla pesca abusiva di vongole sono stati resi regolamentari certi sistemi di pesca invasivi per il fondale della laguna e concesse zone finora non intaccate dalla raccolta di massa. O che, con la panacea che il turismo sia la sola fonte di sostentamento possibile, si cerchi di sfruttare il tessuto urbano a discapito di chi la città la abita e del turismo ne farebbe volentieri a meno.
Ecco. Credo che alla fine l’uomo moderno non sappia più accontentarsi ma voglia sempre di più. E sempre di più per se stesso.
In pratica sono d’accordo con Corona sull’idea che l’uomo moderno non sappia più usare le mani, più in generale l’uomo moderno non sa fare fatica. Si vuole andare in cima ad una montagna senza fare fatica ma godere ugualmente del paesaggio. All’uomo moderno servirebbe un blackout che lo costringesse a guadagnarsi di nuovo con la fatica fisica i piccoli piaceri. Anzi la fatica stessa renderebbe piacevoli le abitudini quotidiane.
Io, a differenza di Corona, potrei dire di essere nato in barca ma, visto in che città sono nato, la cosa non stona, anzi si intona appieno.

Quanto scritto qui sopra è una mia riflessione di un paio di anni fa’, opportunemente rinnovata. C’è da dire che da allora le partecipazioni di Mauro Corona a dibattiti televisivi, a dibattiti dal vivo, la presenza di filmati e testimonianze sul web hanno fatto conoscere meglio il “personaggio Corona”. A volte può sembrare ripetitivo ma ormai la sua in televisione è una missione: quella di far conoscere al mondo la realtà di Erto e Casso e di tutti i paesi minori della montagna.
Ovviamente tutto questo dal suo punto di vista ha un senso: sinceramente odio i commenti di chi vede o sente Corona per la prima volta, ne scrive meraviglie su internet ma alla resa dei conti spesso si tratta di persone che non sanno esattamente cosa significhi “vivere alla Corona”.
Oltre al sito personale, già linkato all’inizio, segnalo anche il sito de LA7 che in questi 2 anni lo ha ospitato varie volte e la pagina ufficiale su Facebook.

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