immagine tratta da "I neutrini superveloci smentiscono Einstein" (La Stampa)
Parlare di tifo sportivo mi risulta un po’ difficile perché è ormai da molto tempo che pratico sport (soprattutto individuali) ma non tifo per nessun atleta o squadra particolare. Non tifo neanche per la nazionale di calcio italiana, non ci riesco. Non certo per odio nei confronti del calcio o per il nostro Paese ma perché non provo preferenze particolare. Di fatto, gli eventi sportivi per me risultano essere delle esibizioni dalle quali cogliere l’aspetto tecnico del gesto atletico e della strategia messa in atto. Dovrei dilungarmi a spiegare cosa non mi va del tifo nello sport e come lo concepirei ma in fondo poi sarebbe una visione un po’ particolare, utopistica, sicuramente contro le leggi di mercato. Questo inoltre devierebbe le argomentazioni di questo post verso altri fronti.
Diciamo quindi che osservo, anche nelle regate, sia il comportamento dei regatanti, sia il comportamento dei tifosi.
Non voglio per il momento commentare la stagione di voga veneta “comunale” appena conclusa, che di fatto non ho capito se è veramente finita viste tutte le vicende ancora in corso, ma mi limito a verificare che il clima di astio tra regatanti è esasperato anche da quello delle tifoserie (se così si possono definire).
Ho avuto la fortuna di avere un nonno che mi ha tramandato la “storia” delle regate comunali, delle varie vicissitudini tra tifoserie e devo dire che tra quello che erano i suoi racconti e quello che vedo adesso, in questi giorni, è cambiato ben poco. Dei passi in avanti verso un vivere un po’ meno “barbaro” sono stati fatti ma non c’è questo abisso di mentalità da quello che si poteva avere un secolo fa’. Ricordo che, confermato da altri parenti, mio nonno andava in barca a vedere la storica cercando di stare lontano da certi gruppi di tifoserie opposte che, alla minima incomprensione, erano pronti a venire alle mani, se non a tirar fuori anche coltelli ed altri oggetti atti ad offendere.
Insomma lo stesso che fanno molti ultras, purtroppo, nel calcio.
Devo essere del tutto onesto e non credevo troppo a quanto mi veniva raccontato ma a leggere quanto si vede in questi giorni sul blog della Remiera Casteo vedo che i toni non sono cambiati di molto.
Tifosi di una parte sono convinti che un appassionato di regate qualsiasi debba per forza simpatizzare verso un equipaggio in particolare. Ora qui lo affermo, spero una volta per tutte: se nella questione nata nell’incresciosa ed antisportiva vicenda della regata di Burano 2011 mi sono espresso in un certo modo contro certi commenti non l’ho certamente fatto perché la maggior parte di questi erano dalla parte dei cugini Vignotto. Ho espresso un dissenso verso quei commenti a causa della faziosa ripetizione di concetti e temi che, scritti una volta, restano alla visione di tutti; non vedo la necessità di riscrivere lo stesso concetto ripetute e svariate volte.
Diciamo quindi che osservo, anche nelle regate, sia il comportamento dei regatanti, sia il comportamento dei tifosi.
Non voglio per il momento commentare la stagione di voga veneta “comunale” appena conclusa, che di fatto non ho capito se è veramente finita viste tutte le vicende ancora in corso, ma mi limito a verificare che il clima di astio tra regatanti è esasperato anche da quello delle tifoserie (se così si possono definire).
Ho avuto la fortuna di avere un nonno che mi ha tramandato la “storia” delle regate comunali, delle varie vicissitudini tra tifoserie e devo dire che tra quello che erano i suoi racconti e quello che vedo adesso, in questi giorni, è cambiato ben poco. Dei passi in avanti verso un vivere un po’ meno “barbaro” sono stati fatti ma non c’è questo abisso di mentalità da quello che si poteva avere un secolo fa’. Ricordo che, confermato da altri parenti, mio nonno andava in barca a vedere la storica cercando di stare lontano da certi gruppi di tifoserie opposte che, alla minima incomprensione, erano pronti a venire alle mani, se non a tirar fuori anche coltelli ed altri oggetti atti ad offendere.
Insomma lo stesso che fanno molti ultras, purtroppo, nel calcio.
Devo essere del tutto onesto e non credevo troppo a quanto mi veniva raccontato ma a leggere quanto si vede in questi giorni sul blog della Remiera Casteo vedo che i toni non sono cambiati di molto.
Tifosi di una parte sono convinti che un appassionato di regate qualsiasi debba per forza simpatizzare verso un equipaggio in particolare. Ora qui lo affermo, spero una volta per tutte: se nella questione nata nell’incresciosa ed antisportiva vicenda della regata di Burano 2011 mi sono espresso in un certo modo contro certi commenti non l’ho certamente fatto perché la maggior parte di questi erano dalla parte dei cugini Vignotto. Ho espresso un dissenso verso quei commenti a causa della faziosa ripetizione di concetti e temi che, scritti una volta, restano alla visione di tutti; non vedo la necessità di riscrivere lo stesso concetto ripetute e svariate volte.
(inserisco questo capoverso come risposta a certi commenti nel post
della Remiera Casteo che ho linkato qui sopra; spero basti a definire
il mio disinteresse verso gli aspetti che interessano ai tifosi di uno
o dell'altro equipaggio)
A chiudere questa riflessione, mi chiedo se in un mondo moderno e razionale abbia senso avere un così elevato “tasso di trasporto emotivo” per eventi che hanno senso per un gruppo limitatissimo di persone e che hanno un valore povero ai fini dell’intelletto umano. Insomma, vincere una regata non è come scoprire che quasi certamente i neutrini viaggiano più veloci della luce. Ecco, mi aspetterei un confronto molto più acceso, sulla carta e sui blog, per argomenti simili che non per l’ordine d’arrivo di una gara che interessa più o meno, forse, 500 persone o poco più.