sabato 29 ottobre 2011

La faziosità del tifo nelle regate di voga veneta



Parlare di tifo sportivo mi risulta un po’ difficile perché è ormai da molto tempo che pratico sport (soprattutto individuali) ma non tifo per nessun atleta o squadra particolare. Non tifo neanche per la nazionale di calcio italiana, non ci riesco. Non certo per odio nei confronti del calcio o per il nostro Paese ma perché non provo preferenze particolare. Di fatto, gli eventi sportivi per me risultano essere delle esibizioni dalle quali cogliere l’aspetto tecnico del gesto atletico e della strategia messa in atto. Dovrei dilungarmi a spiegare cosa non mi va del tifo nello sport e come lo concepirei ma in fondo poi sarebbe una visione un po’ particolare, utopistica, sicuramente contro le leggi di mercato. Questo inoltre devierebbe le argomentazioni di questo post verso altri fronti.
Diciamo quindi che osservo, anche nelle regate, sia il comportamento dei regatanti, sia il comportamento dei tifosi.
Non voglio per il momento commentare la stagione di voga veneta “comunale” appena conclusa, che di fatto non ho capito se è veramente finita viste tutte le vicende ancora in corso, ma mi limito a verificare che il clima di astio tra regatanti è esasperato anche da quello delle tifoserie (se così si possono definire).
Ho avuto la fortuna di avere un nonno che mi ha tramandato la “storia” delle regate comunali, delle varie vicissitudini tra tifoserie e devo dire che tra quello che erano i suoi racconti e quello che vedo adesso, in questi giorni, è cambiato ben poco. Dei passi in avanti verso un vivere un po’ meno “barbaro” sono stati fatti ma non c’è questo abisso di mentalità da quello che si poteva avere un secolo fa’. Ricordo che, confermato da altri parenti, mio nonno andava in barca a vedere la storica cercando di stare lontano da certi gruppi di tifoserie opposte che, alla minima incomprensione, erano pronti a venire alle mani, se non a tirar fuori anche coltelli ed altri oggetti atti ad offendere.
Insomma lo stesso che fanno molti ultras, purtroppo, nel calcio.
Devo essere del tutto onesto e non credevo troppo a quanto mi veniva raccontato ma a leggere quanto si vede in questi giorni sul blog della Remiera Casteo vedo che i toni non sono cambiati di molto.
Tifosi di una parte sono convinti che un appassionato di regate qualsiasi debba per forza simpatizzare verso un equipaggio in particolare. Ora qui lo affermo, spero una volta per tutte: se nella questione nata nell’incresciosa ed antisportiva vicenda della regata di Burano 2011 mi sono espresso in un certo modo contro certi commenti non l’ho certamente fatto perché la maggior parte di questi erano dalla parte dei cugini Vignotto. Ho espresso un dissenso verso quei commenti a causa della faziosa ripetizione di concetti e temi che, scritti una volta, restano alla visione di tutti; non vedo la necessità di riscrivere lo stesso concetto ripetute e svariate volte.
 
 (inserisco questo capoverso come risposta a certi commenti nel post
della Remiera Casteo che ho linkato qui sopra; spero basti a definire
il mio disinteresse verso gli aspetti che interessano ai tifosi di uno
o dell'altro equipaggio)
Vedo poi che qualche “tifoso” dei Vignotto crede che i commenti non mi avrebbero dato fastidio se fossero stati a favore dell’equipaggio antagonista. Niente di più falso dato che io non tifo per nessuno di quei due equipaggi, non tifo per nessuno dei regatanti già da qualche anno. Osservo gli aspetti tecnici ma non sono coinvolto dato che è stato, in varie occasioni, il comportamento di uno di quei vogatori che stimavo a farmi perdere la voglia di partecipare emotivamente alle regate e a farmi perdere la stima sportiva nei suoi confronti. A riguardo scriverò qualcosa in futuro. Comunque leggendo un po' tutti i miei post di questo blog si dovrebbe capire che certe dinamiche del mondo della voga veneta veneziana sono assai lontane dal mio modo di concepire una regata.

A chiudere questa riflessione, mi chiedo se in un mondo moderno e razionale abbia senso avere un così elevato “tasso di trasporto emotivo” per eventi che hanno senso per un gruppo limitatissimo di persone e che hanno un valore povero ai fini dell’intelletto umano. Insomma, vincere una regata non è come scoprire che quasi certamente i neutrini viaggiano più veloci della luce. Ecco, mi aspetterei un confronto molto più acceso, sulla carta e sui blog, per argomenti simili che non per l’ordine d’arrivo di una gara che interessa più o meno, forse, 500 persone o poco più.

domenica 16 ottobre 2011

Memoria corta, opportunismo o modo di essere?

Prima di cominciare a scrivere qualcosa mi faccio sempre molti interrogativi. Non voglio far sempre il polemico ma in questo blog voglio far capire cosa significhi per me la voga alla veneta, non cosa sia per tutto il resto dei veneziani. Voglio far capire cosa significhe per me essere veneziano, a differenza degli altri miei concittadini.
E per far questo il più delle volte rifletto su quegli aspetti che più mi pongono interrogativi. Eccone quindi un altro.
Era sabato 19 Febbraio 2011 quando il blog della Remiera Casteo intitolava, lasciando gli addetti ai lavori attoniti, “LUTTO PER LANOSTRA SOCIETA': L'ATLETA JAMES KAYE PERDE LA VITA SULL'ARNO”. A questo post ne seguirono altri 7 (clicca per leggere: “ULTIME NOTIZIE SULLE RICERCHE DELLA SALMA DEL NOSTRO SOCIO JAMES KAYE”, “LE ULTIME SULLA TRAGEDIA DI JAMES KAYE ANNEGATO VENERDI' SCORSO SULL'ARNO DURANTE UNA SEDUTA DI ALLENAMENTO DI VOGA VENETA”, “JAMES KAYE RICORDATO CON UN MINUTO DI SILENZIO ED ALZAREMI DA CENTINAIA DI PARTECIPANTI AL CORTEO DI CARNEVALE-SVOLO DEA PANTEGANA DEL COORDINAMENTO”, “21 FEBBRAIO 2011 - ORE 21.30: ULTIME NOTIZIE SULLA TRAGEDIA DI JAMES KAYE”, “ULTIME SULLA TRAGEDIA DI JAMES KAYE”, “DAI PRINCIPALI NETWORK FIORENTINI LE ULTIME SULLA TRAGEDIA DEL PROFESSORE JAMES KAYE: RITROVATA LA BARCA E RIPRESE LE RICERCHE DEL CORPO”, “L'ARNO RESTITUISCE IL CORPO DI JAMES KAYE”) che completavano il racconto della triste vicenda in data 15 marzo. Uno di questi post ricordava la volontà di tenere viva la memoria anche da parte anche del Coordinamento con il minuto di silenzio durante il corteo carnevalesco al quale lo sfortunato vogatore, di lì a poco, avrebbe dovuto partecipare.


Ricordo che in quel periodo si discuteva molto sulla specialità di voga, patrocinata dalla FICSF, VIP 750. C’era chi vedeva in questo progetto una minaccia per i propri progetti politici e d’immagine e pensava che questo campionato volesse sostituire le gare folkloristiche locali. C’era chi, e magari erano sempre gli stessi, vedeva in questo una sorta di concorrenza con l’idea di far diventare la voga veneta una disciplina olimpica.
C’era anche chi vedeva lo spiraglio per proporsi come ulteriore alternativa a queste due strade già in qualche modo segnate e voleva iniziare un ambizioso progetto che però veniva meno quando ricadeva sui soliti campanilismi di tipo locale: “la voga veneta è meglio di quella gardesana, loro vogano così, noi voghiamo meglio etc. etc”.
Polemiche a parte, questo incidente unì per qualche istante le varie voci nel cordoglio verso il professor Kaye che aveva saputo proporsi con lo stesso entusiasmo nei vari “mondi” della voga italiani (e non). Non solo, ci aveva dimostrato (ma non tutti siamo in grado di leggerlo) che accanirsi sulle proprie posizioni non ha senso ma, anzi, è proprio l’apertura verso gli altri a rendere la convivenza di tante realtà uno stimolo per tutti a fare meglio e non un ostacolo.

Nonostante tutto però, anche sulla notizia della sua morte noi veneziani riuscimmo a speculare da un punto di vista mediatico, arrivando a sostenere che se avesse vogato una barca di legno (e non in alluminio come avvenne) non sarebbe morto perché il legno galleggia al contrario dell’alluminio. Questa polemica inutile e pretestuosa voleva far segnare, proprio in quei giorni, un punto a favore verso il progetto Olimpica (in legno), contro il prototipo VIP (in alluminio). Fortunatamente questo aspetto non ebbe peso nella vicenda, così come qualcuno voleva ottenere.


E veniamo a pochi giorni fa’.
Il 21 Settembre ricevo una mail che contiene l’invito (datato 25 maggio 2011 ed esteso a tutti gli amici di J. Kaye) a partecipare ad una manifestazione, in programma il 9 Ottobre 2011, promossa dall’ ASD Canottieri Comunali Firenze, per ricordare lo sfortunato professore e poi per partecipare a due regate, udite udite, una in mascareta e una in VIP, sottolineando anche l’importanza evocativa della manifestazione stessa.
Ora, per scelta, qui in questo blog non parlo a nome della società a cui appartengo, parlerò a titolo personale.
Io non ho mai conosciuto, né tantomeno era a conoscenza dell’esistenza del professor Kaye, paradossalmente è stata proprio la sua morte e il ricordo pubblico dei molti suoi amici a farmelo conoscere. Evidentemente il professor Kaye non era mai approdato alla Canottieri Giudecca, almeno non in modo che io lo potessi conoscere (e comunque non sono il solo).
In questo senso, coerentemente con me stesso, ho ritenuto di non sentirmi obbligato a parteciparvi, anche se l’idea di andare a gareggiare in Vip e Mascareta mi stuzzicava e in fondo era la dimostrazione stessa dell’apertura verso le varie tipologie remiere che aveva il professore straniero. Comunque alcuni impegni familiari mi avrebbero trattenuto a casa ad ogni modo.
Il giorno 13 Ottobre ricevo un comunicato riguardo la manifestazione remiera e relativamente all’elenco delle società partecipanti (alla fine del post è riportato il comunicato).
Con strana assenza di stupore leggo che nella lista di società partecipanti non ci sono veneziani. In pratica le rappresentanze territoriali della voga c’erano tutte, tranne noi veneziani che ci riteniamo i sommi maestri della voga in piedi…ops…”alla veneta”.
Ma non era stato stato un lutto così sorprendente e al quale tutti avevano partecipato in modo commosso? Se non sbaglio un veneziano, preso dal fervore del momento, aveva anche scritto: “James un Veneziano del mondo... Uno di Noi! per sempre con Noi”. Ora capisco che ognuno di noi avrà avuto i suoi buoni motivi per non partecipare alla manifestazione fiorentina ma almeno un comunicato ufficiale, almeno qualcosa di scritto… non so, magari anche c’è stato e non ne sono a conoscenza. Spero in fondo sia così.
Da un lato il modo di fare di noi veneziani lo capisco anche se è un po’ controverso. A volte per pigrizia o per-chi-lo-sa-cosa non ci preoccupiamo di quello che accade fuori dal nostro mondo, a meno che, per un qualche motivo, il nostro mondo non venga in qualche modo intaccato dall’esterno.
In realtà non penso sia un modo di fare esclusivamente veneziano, trovo però che in certi contesti più che in altri questo comportamento sia un po’ esasperato. Il motivo sinceramente mi sfugge.
O forse si tratta di opportunismo, misto un po’ alla reazione ad uno stato di shock: la notizia della morte del professore ha destato e mosso pubblicamente chi lo conosceva da vicino, facendoci credere che tutti lo ricordassero realmente per poi dimenticarlo nel giro di qualche mese. L’aspetto opportunistico chiaramente è stato quello di trovare lo spunto per polemizzare a proprio favore anche quando forse il silenzio era la cosa più sensata.
Oppure soffriamo di malattie degenerative della memoria e dimentichiamo quanto detto e fatto.

Chi lo sa… io so solo che in questo anno di voga veneziana, iniziato con le polemiche VIP-OLIMPICA, continuato con le varie vicissitudini sui regolamenti delle gare comunali e culminato con gli episodi incresciosi della regata di Burano non si è fatto nulla di nuovo se non spendere 93.000 euro della Provincia per far costruire una muta di fantomatiche imbarcazioni inutili (che non ho ancora visto completate) quando questi soldi potevano essere distribuiti in modo equo alle varie associazioni, o, meglio ancora, tenuti in bilancio e dati a chi realmente ne aveva bisogno sotto forma di servizi essenziali.
E poi c’è un dato di fatto schiacciante: in questo anno l’Olimpica è ancora un’idea effimera con un solo prototipo “vogante” mentre la Coppa Italia VIP e relativi campionati italiani assoluti sono stati qualcosa di concreto che hanno mosso con successo i loro primi passi, senza eccessi di protagonismo anzi al contrario, con l’umiltà di chi sa che sta portando avanti un progetto valido e socialmente complesso considerando le realtà che va a coinvolgere.



COMUNICATO
Memorial James Kaye - 9 ottobre 2011

Domenica 9 ottobre, in una bellissima giornata di sole, si è disputato a Firenze il I° Memorial James Kaye. La competizione, organizzata dalla Canottieri Comunali di Firenze era aperta all'intero mondo della voga in piedi/alla veneta e insisteva più che altro sulla condivisone di un momento collettivo dedicato alla memoria del defunto prof. Kaye, come tutti ricorderanno tragicamente deceduto in Arno lo scorso inverno, proprio durante un allenamento di voga.
Nel corso della mattinata ha avuto luogo la commemorazione, con lancio di fiori sul luogo dell'incidente e breve intervento dei responsabili della Canottieri Comunali di Firenze a ricordo di James Kaye.
E' seguito il pranzo presso i locali della Canottieri Comunali.
Nel pomeriggio, a partire dalle 14.00 circa erano previste due competizioni per le categorie "mascarete" e ViP750. Nella realtà poi ha avuto luogo la sola competizione su ViP750 vista l'assenza di società disponibili a portare sul posto mascarete oltre alle due di proprietà della Canottieri Comunali.
E' stata svolta pertanto la sola competizione per la categoria ViP750, con la partecipazione di:
-Circolo Remiero "El bisato", Battaglia Terme (PD)
-Canottieri Comunali Firenze
-A.S.D. Gruppo Vogatori Paratico (Paratico, BS, lago d'Iseo)
-A.S.D. Sportiva Villanella Gargnano (Gargnano, BS, lago di Garda)
-A.S.D. Remiera Gardone Riviera (Gardone Riviera, BS lago di Garda)
-Canottieri Leonida Bissolati (Cremona)
-Scuola del Remo, Voga Veneta, Garda (Garda, VR)

A disposizione tre barche con armo per remo "veneziano" della Bissolati e due imbarcazioni con scalmiere di modello Sebino-Gardesano della Scuola del remo.
Due batterie di qualifica per gli otto equipaggi presenti, più una di recupero per definire la batteria di finale. In totale quindi quattro competizioni sul tracciato rettilineo di 500 metri, nel fiume Arno, sullo specchio antistante la sede della Canottieri Comunali.
Dopo le batterie di qualifica la prova finale ha definito la seguente classifica:

-1 Maffezzoli-Maffezzoli (Garda) armo seb.-gard.; nome equip. GARDA
-2 Bianchi P. (Paratico) - Moglia (Bissolati) armo veneto; nome equip. CREMONA
-3 Falconi - Tengattini (Paratico) armo seb-gard.; nome equip. ISEO
-4 Tonoli (Gargnano) - Baruffaldi (Gardone) armo veneto; nome equip. GARDONE
-5 Falconi - Tengattini (Paratico) armo veneto; nome equip. PARATICO
-6 Milan - Buzzato (El bisato) armo veneto; nome equip. BISATO
-7 Marcante - Hoxha (El bisato) armo veneto; nome equip. BISATO
-8 Cellini - Ferruzzi (Firenze) armo veneto; nome equip. COMUNALI FIRENZE

Miglior prestazione cronometrica sui 500 mt: 2.38 sec

Encomiabile la prestazione di tutti gli atleti, molti dei quali neofiti degli scafi Vip, che hanno comunque dato prova di ottime capacità agonistiche e di una grande sportività, in particolare gli atleti padovani e fiorentini che si sono cimentati su imbarcazioni completamente sconosciute. Importante anche le sperimentazioni compiute su tipologie diverse di vogata, con equipaggi misti o coppie specializzate solo in una specifica tecnica, concorrenti con imbarcazioni di armo diverso. Una possibilità di scambio e confronto in linea con lo spirito dello scomparso prof. Kaye.
Al termine verso le 16.00 ha avuto luogo la premiazione, con l'assegnazione del bel trofeo realizzato per il primo memorial, seguito dallo scambio dei "colori sociali" tra le varie realtà intervenute e la consegna da parte dei rappresentanti FICSF del gagliardetto ufficiale della Federazione e di una maglietta ricordo dei campionati nazionali di Voga in Piedi.