venerdì 12 novembre 2010

Silenzio

In fuga dal rumore della civiltà

Non fuori luogo, forse un po’ fuori tempo ma sempre attuale.
Chi è appassionato di montagna, chi ama riflettere sui luoghi, chi rispetta la storia italiana non può dimenticare un grande scrittore italiano, un amante della montagna, un alpino scomparso il 16 Giugno 2008. Sto parlando di Mario Rigoni Stern, il cui nome, letterariamente, è legato alla sua prima opera “Il sergente nella neve”. Per approfondimenti biografici rimando al link di wikipedia.
Tre giorni dopo la sua morte mi sono ritrovato in barca, nella mia barca a pensare. Ecco quanto scritto 2 anni fa’.

Ieri, rientrando un po’ in anticipo ho pensato di far fare un po’ di “ginnastica” anche al motore della mia barca, visto che erano quasi due settimane che era fermo. Di solito quando vado in giro in barca a motore non mi viene da riflettere, perché sempre di più si ha a che fare con chi non rispetta gli correndo e facendo onde... Onde che danneggiano la mia vecchia sanpierota... Maledetti!
Allora, nonostante la bassa marea, ho optato per un percorso fuori dai canali navigabili, sopra le secche. Dopo un po’ per fortuna ero solo...
Nonostante il rumore del motore (che comunque non è così rumoroso come si può credere) stavo pensando agli anni che ha la mia barca, al fatto che era di mio nonno...
E così per associazione di idee, sono arrivato a Mario Rigoni Stern... morto l’altro giorno...

Purtroppo non ho mai letto interamente i suoi libri, solo qualche pezzo...
Mi viene in mente che l’ultima volta che l’avevo visto in TV era da Fabio Fazio su RaiTre, probabilmente all’inizio della sua malattia. Diciamo subito che io odio quell’alone di leggenda che si viene a creare attorno a certe persone. Leggenda che si crea solo perché certe persone, quelle persone, vivono i loro luoghi con rispetto e semplicità, perché hanno portato avanti nella loro vita ideali distanti da quelli che la società di oggi ci propina, successo in primis.
Odio la società di oggi. Un po’ perché non la capisco fino in fondo, un po’ perché non capendola non riesco a inserirmi all’interno di essa con facilità.
Non che la società del passato fosse migliore di adesso: ogni epoca ha i suoi lati oscuri, i "muri" contro cui sbattere, le difficoltà ad accettare le cose nuove, a capire cosa siano le cose giuste da fare.
Ma quello che continuo a chiedermi alla fine è cosa ci possa trovare la gente nelle cose che non capirà mai. Qualcuno anche comprenderà i valori che persone come Rigoni Stern ritenevano importanti; ma quelli che si esaltano e si stupiscono e si autoimbrodano perché sentono che un essere umano vuole solo vedere i "suoi" luoghi, starne a contatto in modo semplice, potrebbero anche stare in silenzio... Ecco appunto. Il silenzio. Cosa che oggi non tutti siamo in grado di accettare. Non il silenzio di fronte alle ingiustizie, ma il silenzio interiore ed esteriore.

A questo punto, non so perché ma mi è venuto da spegnere il motore... Va beh... purtroppo silenzio totale è quasi impossibile sentirlo, ma almeno era silenzio vicino a me. Acqua e silenzio... che poi è uguale a montagne e silenzio...

Ritorno verso casa, di nuovo col rumore del motore, pensando un momento ad un ultima cosa. Io, che in piccola parte mi sembra di capire il silenzio, non potrò mai essere capito da chi mi vede in mezzo al rumore, a produrre rumore. Perché la vita è così. E’ silenzio e rumore alternati. Se non ci fosse rumore, non si capirebbe il silenzio. E viceversa.

Ecco di seguito i filmati relativi ancora al 2006 quando a "Che tempo che fa" di Fabio Fazio presentò il suo ultimo libro, "Stagioni".



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