martedì 14 maggio 2013

Inizio sì, inizio no.

La gondola bianca taglia il traguardo per prima a S. Nicolò, io invece  me ne ritorno verso casa, a piedi, con un cielo minaccioso che sta scaricando acqua a poco più di dieci chilometri da Venezia. La prima regata delle stagione 2013 è già conclusa e tutto è filato liscio. Dal punto di vista agonistico la gara è andata come me l’aspettavo: due barche superiori alle altre, un equipaggio formato da giovani sotto la scuola di un super-veterano delle regate comunali e poi gli altri, chi prima, chi dopo ma più o meno me l’ero prefigurata in quell’ordine.
Ora, chi può farlo, si prepara alla regata di S. Erasmo. Tutto nella norma apparentemente. In realtà quest’anno la regata della Sensa è stata in forse a causa di una situazione che si protrae da lungo tempo. Da un lato il Comune che si vede costretto a far quadrare i bilanci tagliando le spese superflue, dall’altro i regatanti che chiedono più attenzione e più soldi.
Problema fastidioso questo perché chi non conosce  la voga agonistica veneziana trova ovvio che si taglino spese non essenziali, mentre  chi voga in queste regate vorrebbe più soldi a controbilanciare il tempo e il denaro dedicati alla preparazione per queste gare.
Da anni il Comune ha promesso di trovare risorse, sponsor privati ed altre soluzioni per far fronte a queste spese e, da qualche anno, prima dell’inizio della stagione ci si ritrova con premi ridotti, proteste varie. Quest’anno il comune si è spinto un po’ oltre andando a tagliare la regata di Malamocco (su caorline per gli uomini e su mascarete per le donne), ha spostato la regata di Mestre (che apriva la stagione) a fine settembre. Per recuperare una regata femminile ha inserito le mascarete alla regata della Sensa… insomma cambiamenti che hanno preoccupato i regatanti, già alle prese con novità, dopo l'elezione del direttivo della loro associazione.
Quest’anno a pochi giorni dal via della stagione, dal Comune non erano state date le sufficienti garanzie per garantire lo svolgimento regolare della stagione e per questo motivo si prospettava uno sciopero dei regatanti. Sciopero disdetto proprio al sabato dopo un incontro col sindaco e altri responsabili che ha dato le garanzie necessarie. Io personalmente non ero presente a questo incontro ma ho l’impressione che sul tavolo attualmente non ci sia nulla di fatto e che anche modificando il regolamento delle gare per permettere la presenza di sponsor non si riesca a ottenere finanziamenti sufficienti. E ho come l’impressione che, per quanta buona volontà ci sia da parte delle istituzioni, poco potranno fare.
Il problema è quindi complesso perché se è vero che i regatanti vogano per passione, c’è da dire che più forti sono, più sono legati all’aspetto del premio monetario. Tanto che mentre i cosidetti "campioni" hanno da regolamento dei premi, i regatanti minori (la serie B cosidetta) voga per una medaglietta d’oro. Personalmente, se mai tornassi a vogare, vogherei anche per nulla perché la passione dal mio punto di vista è essenzialmente questo. Diciamo che ancor prima del budget per i premi i regatanti dovrebbero risolvere la questione relativa a trattare tutti i regatanti di tutte le categorie allo stesso modo o comunque riconoscere lo sforzo dell’allenamento anche a chi non riesce a primeggiare nella massima categoria.
C’è però da riconoscere un aspetto fondamentale. Le regate di voga alla veneta non sono gestite dall’assessorato allo sport ma da quello al turismo (e tutela delle tradizioni). Quindi se si debbono tutelare delle tradizioni non si può pretendere che si metta in piedi un apparato in modo totalmente volontario.
Siccome questo aspetto è simile ad altre manifestazioni popolari, mi sono informato su come funzioni il Palio di Siena: le singole contrade hanno un budget di circa 200.000€ all’anno, fornito essenzialmente da privati. Le contrade in tutto sono 17.
Questo aspetto a Venezia non è pensabile perché i tempi sono cambiati da quando c’erano rivalità fra sestieri, la gente col tempo si è “mescolata”. Non è neanche fattibile attualmente una gestione che faccia riferimento alle singole società sportive perché i regatanti spesso vogano contemporaneamente in più di una società, diciamo che essenzialmente vogano per se stessi. Attualmente credo che chi può far molto per trovare una soluzione in accordo con le autorità competenti sia proprio l’associazione regatanti. Col nuovo direttivo credo che possano fare un bel salto in avanti. Il primo segnale di una svolta credo sia il fatto che stiano cercando di affiliarsi al CONI tramite un ente di promozione opportuno. Insomma, una visione più sportiva e inquadrata nelle norme. Che sia finalmente il punto di svolta per la voga veneta agonistica?
 
PS: per chi non lo sapesse, per “voga veneta agonistica” intendo solo ed esclusivamente quella delle regate Comunali di Venezia. Le regate sociali e intersociali e altre forme di regata non formalmente canonizzata, sempre in ambito prettamente Veneziano, dal mio punto di vista rientrano nell’aspetto amatoriale e dilettantistico.


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